Come al solito Repubblica non perde occasione per trasformare un evento internazionale che riguarda il rapporto tra gli Stati in una miseranda polemica politica ad uso interno.
Lo stile non è acqua, ma davvero a volte è necessario l’antiemetico per continuare a leggere il giornale che ha preso il treno per Foggia.
Mentre in agenda ci sono problemi che riguardano gli assetti del mondo, Repubblica mette in evidenza la vicinanza a Trump, il quale, ovviamente è incriminato per molti crimini, dimenticando che in America Joe Biden e suo figlio Hunter sono sotto tiro, con rischio di l’impeachment per le accuse di aver preso soldi da soggetti stranieri (russi, rumeni, cinesi e ucraini).
La cosa più importante è mettere Giorgia Meloni accanto a Donald Trump sul banco degli imputati, perché, per un certo mondo di pseudo sinistra, sono tutti e due “deplorable”.
Visto che Trump è sotto tiro, Repubblica commenta: “E dunque, quale migliore occasione per prendere le distanze da Trump? In fondo, sono trascorsi tre anni ed è cambiato il mondo. Meloni però evita. Dribbla il quesito diretto sul tycoon e si concentra genericamente sul Gop”.
Capito? Giorgia Meloni dribbla. Il fatto è che ancora una volta il presidente del Consiglio italiano si comporta da statista e non da giocoliere delle tre carte come qualcuno vorrebbe che fosse.
“Ho una evidente sintonia con il partito repubblicano – ha detto Giorgia Meloni – ma questo non mi impedisce di avere un ottimo rapporto con Biden. Usa e Italia hanno sempre avuto buone relazioni, indipendentemente dal colore dei governi. I rapporti tra governi si basano sugli interessi nazionali e non sulla politica, altrimenti sarebbe disastroso”.
“A volte queste relazioni si guardano con il filtro della politica. Io – ha continuato Giorgia Meloni – sono sempre stata dalla mia parte e sempre resterò dalla mia parte, ma sul piano internazionale difendo l’interesse nazionale. E mi pare di saperlo fare benissimo”.
Tutta qui la differenza tra uno statista e chi vorrebbe che lo statista si trasformasse in una gallina del pollaio italiano dove fanno politica le ciarle del sottobosco parlamentare, i gossip raccolti nei ristoranti della Capitale e dove per fare il gioco di certi media lo statista dovrebbe trasformarsi in una sorta di attore da operetta.
Veniamo alle cose serie.
Stati Uniti e Italia “hanno ribadito l’incrollabile alleanza, il partenariato strategico e la profonda amicizia tra gli Stati Uniti e l’Italia. I legami tra Italia e Stati Uniti sono radicati nella storia, nell’affinità culturale e nella cooperazione economica. Si fondano su valori e principi condivisi – democrazia, libertà, rispetto dei diritti umani, rafforzati dall’obiettivo comune di promuovere la pace e la sicurezza, aumentare la prosperità e far progredire la sostenibilità in tutto il mondo”.
E’ quanto si legge al primo punto della lunga dichiarazione congiunta di Joe Biden e Gioria Meloni diffusa al termine del loro incontro alla Casa Bianca, nella quale si sottolinea che “i legami tra i nostri popoli sono al centro di questa relazione: entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza del ruolo della comunità italo-americana, il cui contributo rende gli Stati Uniti più forti e più prosperi. Il Primo Ministro Meloni ha anche affermato il contributo fondamentale delle comunità italiane all’estero”.
“Gli Stati Uniti – prosegue il comunicato – attendono con ansia la leadership italiana del G7 nel 2024, che aumenterà gli sforzi per accelerare la transizione verso l’energia pulita e per affrontare le sfide globali più urgenti, tra cui la crisi climatica, la povertà, l’insicurezza alimentare, la sicurezza economica, le forniture di minerali critici e la migrazione, impegnandosi ulteriormente nel dialogo e nella cooperazione su tutti questi temi con i Paesi in via di sviluppo, in particolare con i Paesi africani. I leader sono uniti nell’impegno di aumentare il livello di ambizione e di impegno nel sostenere i Paesi in via di sviluppo duramente colpiti da molteplici crisi e nell’accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs)”.
Sulle dichiarazioni di Giorgia Meloni è intervenuta Paola Bergamo, leader dei Liberaldemocratci italiani, la quale, in un comunicato, afferma: “Ritengo interessante quel riconoscersi “Repubblicana” del Presidente del Consiglio Meloni, richiamandosi agli irrinunciabili valori Repubblicani fatto negli States, in occasione della visita al Democratico Biden. Quel riconoscersi “Repubblicana” di Meloni, viene quindi accolto, da chi come me Repubblicana lo è per Dna politico e di sangue, come un segno di possibile svolta, sottolineando che per l’Italia, irrinunciabili sono i valori Liberali, Democratici, Repubblicani e Riformisti, per condurre una azione politica di prospettiva di Progresso e Democratica, quella che purtroppo è mancata negli ultimi trent’anni” .