Negli ultimi anni si è visto un vero e proprio aumento della presenza di questi mini gatti leopardi nelle famiglie italiane, i gatti bengala.
Sono gatti domestici a tutti gli effetti, ma il loro manto è leopardato ed assomigliano in tutto per tutto ad un mini leopardo.
Sono arrivati in Italia intorno al 2002 , attraverso l’artista appassionata di felini Tonietto Luisa Albachiara, che vedendo per la prima volta questo splendido felino, ne importò una coppia dal Canada.
Da allora, il suo programma di selezione della razza è diventato sempre più riconosciuto, sia a livello locale che internazionale, grazie al suo metodo di allevamento e alla bellezza assoluta dei suoi esemplari.
Il gatto Bengala non è u gatto normale, ma un ibrido, e la selezione della razza non può ridursi al semplice accoppiamento di due esemplari tenuti in appartamento come fanno la maggior parte di allevatori improvvisati.
Allevare il gatto bengala significa conoscere profondamente la razza e le sue origini, ed è per questo che negli ultimi vent’anni, Tonietto Luisa Albachiara si reca più volte nei paesi del sud est asiatico per incontrare alcuni responsabili di programmi di tutela e salvaguardia del Prionailurus bengalensis o leopardo asiatico, progenitore del gatto bengala.
Il suo programma di selezione diventa sempre più importante, fino a diventare riferimento per allevatori e studiosi della razza.
Nell’oasi Khoomfay, dedicata al gatto bengala, si selezionano esemplari straordinari, riconosciuti in tutto il mondo e ricercati da famiglie, appassionati, e prediletto dai vip che qui trovano i migliori esemplari al mondo da sfoggiare nei loro salotti, come Stefano Gabbana che ha inserito il suo gatto bengala Congo, proveniente dal Khoomfay, nei preziosi tessuti della casa di moda Dolce e Gabbana.
Il gatto bengala è un gatto speciale, intelligente e appassionato alla sua famiglia, che vive con molto attaccamento e partecipazione. Il gatto bengala non è il classico gatto schivo e menefreghista, ma partecipa alla vita famigliare e interagisce con le persone del suo “branco”.
Per ottenere un ottimo esemplare di gatto bengala non basta avere due esemplari e far nascere i cuccioli, ma è necessario creare per i riproduttori un ambiente che li metta a loro agio e li faccia vivere in totale relax a contatto con il loro ambiente naturale. Ed è per questo che Albachiara e il compagno Maurizio, da vent’anni dedicano degli spazi meravigliosi di vegetazione dove poter far vivere i loro gatti, che sono straordinari non solo per estetica ma anche per carattere ed indole.
Questi due allevatori hanno un esperienza tale che collaborano persino con associazioni ed enti pubblici che hanno necessità di avere informazioni certe su esemplari di felini che vengono spesso recuperati anche dal traffico di contrabbando.
Questi gatti, infatti, spesso vengono importati da paesi dell’est, con patrimonio genetico non certificato, e incrementano l’allevamento selvaggio da parte di persone senza scrupoli che allevano gatti ammassati in appartamenti in gabbia, per il solo fine a scopo di lucro.
Purtroppo la presenza nel mercato di moltissimi allevatori improvvisati ha aumentato i casi di esemplari con difetti genetici e a volte anche malformazioni dovute alla forte consanguineità dei soggetti riproduttori, recuperati spesso nel mercato nero degli animali.
Più aumentano i casi di gatti bengala molto lontani dallo standard o addirittura portatori di difetti genetici, più il riconoscimento all’unico allevamento italiano realmente riconosciuto dal pubblico e dai ricercatori, l’allevamento amatoriale Khoomfay diventa un porto scuro per chi cerca un gatto purissimo e con un manto spettacolare.
Data l’indiscutibile entità del consenso del pubblico nei confronti del programma di selezione dell’allevamento Khoomfay, e della profonda conoscenza della razza compreso del progenitore ( Prionailurus bengalensis) si può ritenere che esso sia tra gli allevamenti più importanti nel mondo.
Fonte e autorizzazione foto http://www.allevamentogattibengala.it