Il Ministro delle Finanze dell’ Algeria, ha comunicato che “Il governo dell’Algeria “prende atto” della decisione del gruppo dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) di procedere a un primo allargamento del numero di partecipanti. ” . Un’allagamento che vede , proprio esclusa l’Algeria stessa questo nonostante l’attivismo delle massime autorità di Algeri che davano per scontata l’adesione al gruppo dei BRICS (Ora BRICS+) .
Lo stesso Presidente algerino aveva dichiarato che ” “attori BRICS, come Russia, Cina, Sud Africa e persino Brasile, sostengono la candidatura algerina“. Una previsione che si è rivelata diversa dalla realtà. Inoltre, gli stessi paesi fondatori, non hanno ritenuto di creare la figura di “paese osservatore” precludendo., anche questa possibilità ad Algeri. Una sconfitta sia in termini di politica estera sia in termini di politica interna per l’Algeria, che si appresta alle elezioni presidenziali il prossimo anno.
Con l’ingresso di Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, i Paesi Brics “rappresenteranno il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione dell’intero pianeta”. Un dato interessante del quale, al momento l’Algeria rimane esclusa.
Alla base di questa decisione, potrebbe esserci, un dato economico che pesa su Algeri. Infatti, questa Nazione . Ad esempio, L’Algeria dipende per oltre il 90% dalle sue esportazioni di idrocarburi, il che la rende vulnerabile nei confronti di un mondo nel mezzo della transizione energetica e che si sta rapidamente allontanando dai combustibili fossili.
Ovvero, Algeri, segue o continua perseguire, un modello di sviluppo che persino Emirati Arabi ed Arabia Saudita , cercano di invertire , ovvero essere pronti al passaggio dalle energie rinnovabili a quelle fossili.
Questo atteggiamento, dimostra anche una certa difficoltà della classe politica di Algeri, a comprendere sino in fondo il processo di cambiamento globale ancorandosi ad una visione , orami fuori da ogni ragione storica ed economica
Marco Baratto