In queste ore post sisma , trovo sconcertante, lo scarso grado di approfondimento che la stampa italiana ed europea che non comprendono il “modello marocchino ” voluto e seguito sotto le alte istituzioni reali.
Non si cerca neppure di comprendere l’approccio che il Consiglio presieduto da Sua Maestà , a poche ore dal terremoto ha dettato . La “macchina dei soccorsi ” non è immobile. Da subito le forze armate reali si sono mobilitate e in poche ore è stato convocato una “cabina di regia” sotto la presidenza del Sovrano ed alla presenza del Principe Ereditario, non solo con i vertici delle forze armate, del Governo ma anche delle principali istituzioni caritative. Il Marocco non si è chiuso agli aiuti stranieri. Il problema è esattamente l’opposto. Come negli incidenti che vedono coinvolte poche persone, il problema è il coordinamento degli aiuti e spesso, troppi aiuti e troppi soccorritori invece che aiutare , possono senza volere creare confusione e ritardai. Ovvero creare, in buona fede problemi in una situazione problematica.
L’azione del Marocco ed il suo approccio, come sempre, è pragmatico, è frutto della cultura marocchina . Si valuta il problema, si vede se vi sono le risorse interne per farvi fronte e in caso di risposta negativa , si chiede aiuto. Ma il soccorso e la sua richiesta alle altre Nazioni è mirato e specifico e serve solamente a coprire .
Anche Rony Brauman, già presidente di Medici Senza Frontiere, sostiene ad “Avvenire ” che “Il “filtro” è pratica comune perché le questioni governative prevalgono. In ogni caso, aprirsi a tutti non giova: la situazione diventerebbe ingestibile . Anche se il cuore ci direbbe di fare una cosa, in qualsiasi situazione di “pericolo” non deve prevalere il cuore ma il cervello. Mantenere un atteggiamento il più possibile distaccato impedisce agli operatori di commettere errori o peggio ancora aumentare i problemi.
Le stesse autorità marocchine non hanno escluso richieste ad altri paesi , ma sempre su determinati settori . Come sempre gli aiuti migliori sono quelli portati dalle autorità e dalle organizzazioni del luogo , perché conoscono il territorio , i problemi ed hanno un’approccio maggiormente conforme alle usanze del luogo. Altrimenti si rischia la dispersione di fondi, di energie e risorse.
Anche la raccolta dei fondi economici , a differenza delle dispersive raccolte fatte da enti diversi in Italia nei casi di emergenza , è stata accentrata in modo da rendere subito disponibile da parte del Governo ogni donazione . Al conto aperto dal a livello ministeriale si sono affiancate organizzazioni religiose marocchine comprese la Chiesa Cattolica in Marocco che tramite gli uffici della caritas di Rabat raccoglie fondi , anche all’estero e li coivolge in aiuti per tutti, senza distinione di appartenza
Come sempre , e di questo dovremmo trarre lezione, i problemi si affrontano non scavalcando le autorità locali ma chiedendo ad esse le reali necessità dei territori che conoscono meglio di chi viene da fuori
Marco Baratto