Per raggiunti limiti di età , Papa Francesco, ha accettato le dimissioni del nunzio apostolico presso il Regno del Marocco, di Sua Eccellenza Mons Vito Rallo.
Mons Rallo, Arcivescovo titolare di Alba di Numidia (Algeria), sede canonicamnte sopressa ma conserva per la Chiesa il titolo . Fino alla sua nomina in Marocco , Mons Rallo è stato, negli nunzio apostolico in Burkina Faso e Niger per nomina del Papa emerito, Benedetto XVI. In Burkina e Niger ha dedicato gran parte del suo impegno alla perforazione di pozzi d’acqua.
In Marocco ha potuto sperimentare i buoni rapporti tra Chiesa Cattolica e autorità marocchine . Nel corso di una recente intervista , Mons Rallo ha detto che : ” Il Marocco per i cristiani è un Paese straordinario, perché il Re è Amir Al Mouminine (Comandante dei Fedeli). Egli è il garante della libertà di culto. Ci protegge, ci accoglie e noi ci sentiamo a casa, senza alcun problema. Abbiamo piena libertà di praticare la nostra religione in pace e collaborazione con fratelli e sorelle musulmani”.
Effettimante le parole dell’ormai ex nunzio apostolico riflettono appieno la dimensione della Chiesa cattolica in Marocco. Una realtà ecclesiale di frontiera ma libera, soprattuto se rapportata a nazioni vicine dove , la stessa chiesa cattolica ha dovuto chiudere le proprie attività sociali e catitaevoli .
La chiesa in Marocco è una realtà di frontiera ma, allo stesso tempo libera. La libertà di istituire scuole cattoliche, aperte anche a studenti musulmani è la dimostrazione di questa capacità di essere al servizio del Marocco e della Chiesa universale.
Marocco e Sede apostolica, poi condividono la stessa visione in merito alla difesa e alle peculiarità dei luoghi santi di Gerusalemme/Al Quds, e il Marocco è divenuto terra di asilo per i monaci di Tibhirine, che dopo il massacro dei loro confratelli in territorio algerino hanno potuto continuare l’esperienza monastica cristiana in terrra di Marocco.
Il Marocco è un laboratori eccenzionale per il dialogo inter confessionale , un modello di quel percorso che dovrebbe accounare musulmani e cristiani anche in Europa difronte alle sfide della secolarizzazione
Marco Baratto