aNel discorso di insediamento, il Senatore La Russa , disse : ” “In tanti anni di politica ho potuto vedere da vicino le evoluzioni della società italiana, anche le più traumatiche. Non posso non ricordare la drammatica stagione delle violenze, del terrorismo politico e dei tanti ragazzi, di ogni colore politico, che hanno perso la vita solo perché credevano in degli ideali, o a volte solo perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato: studenti, servitori dello Stato, giornalisti, imprenditori, politici.
Le loro storie rappresentano un portato che ancora oggi è e deve essere una stella polare per tutti noi. Di nomi ne potrei fare tanti e dovrei forse farne tanti, ma credo che quello dell’ispettore Calabresi possa rappresentarli tutti. Assieme al suo, per restare nella mia Milano, i nomi di tre ragazzi: un militante di destra, Sergio Ramelli, che ho conosciuto e di cui sono stato anche avvocato di parte civile e due di sinistra, i cui assassini non sono mai stati trovati, Fausto e Iaio” .
Sono parole profonde, dette da una persona di grande spessore e cultura. Ma sono parole che interrogano tutti noi. La nostra Nazione ha bisogno della “pacificazione nazionale”. Già il Presidente Silvio Berlusconi sottolineò che ” I tempi sono maturi, disse allora Berlusconi, «perché la festa della Liberazione possa diventare la festa della Libertà, e possa togliere a questa ricorrenza il carattere di contrapposizione che ancora divide piuttosto che unire».
I tempi sono ampiamente maturi per festa della Libertà. Quella libertà che permise , nel 1950, anche a coloro che furono esponenti della Repubblica Sociale di partecipare alla vita democratica della Nazione. Ma per realizzare questo grande progetto di una “Festa della Libertà” che ricordi anche il ruolo decisivo degli alleati nella liberazione della Patria servono veri gesti
Come “Cittadini per la Pacificazione” vorrei invitare pubblicamente la Presidente del Consiglio ad invitare la Segreatria del PD (erede di una parte del Partito Comunista ) a compiere un atto di condivisione. Queste due donne , si rechino assieme sulle tombe di Don Minzoni , assassinato dai fascisti e su quella di Rolando Rivi, assassinato quasi a guerra finita dai partigiani comunisti.
Entrami i sacerdoti , furono vittima dell’odio di parte. Quel rancore che ancora oggi avvelena la società italiana e che attraverso gli “anni di piombo” , non solo si è accentuanta ma persiste ancora oggi.
Facciamo diventare il “25 Aprile la festa della Libertà, della pacificazione nazionale”
Marco Baratto
Cittadini per la Pacificazione