Recenti fatti di cronaca, hanno fatto scoprire, l’ennesima violazione dei diritti umani nei campi di Tinduf in Algeria.
Secondo Suit Information, Fela ha contattato il servizio spagnolo di consegna di cibo Boutincon e attraverso quel canale ha chiesto ad Hamada di fare tutto il possibile per fuggire da Tindouf. Hamada è tornato a casa sua a Malaga, in Spagna, il 10 dicembre e ha parlato con la sua famiglia spagnola. Concordarono che la famiglia spagnola avrebbe pagato i documenti del signor Ferra. Ciò significa che pagano una tassa alla polizia militare algerina di Tindouf. H. Il salvacondotto necessario per i saharawi che viaggiano in Algeria costa 2.500 euro.
Sono troppe le Amministrazioni Comunali , soprattuto in Emilia Romanga e Toscana, che intrattengono relazioni con il Polisario, nonostante le rimostranze del Marocco e della Comunità marocchina.
In questi giorni, il Comune di Modena, ha revocato uno spazio pubblico , a seguito delle proteste della comunità ucraina per una manifestazione legata alla città di Mariupol. La stessa cosa dovrebbero fare i tanti “gemellaggi ” con il Polisario.
Una Regione del nord italia , nel corso del 2020 ha inoltre approvato all’unanimità quattro risoluzioni a sostegno della causa Saharawi e tra questi anche quello di “consolidare e possibilmente incrementare lo stanziamento dei fondi regionali destinati agli aiuti per la popolazione Saharawi”.
Con la stessa determinazione che si è risposto alle legittime proteste da parte Ucraina , sarebbe ora di ascoltare la voce della comunità marocchina in Italia in merito alla questione delle Provincie meridionali del Marocco .
E’ un appello che si rivolge sia al Presidente del Consiglio, sia al Segretario del Partito Democratico. Appello ad ascoltare anche la posizione del Marocco . L’Italia stessa ha più volte sostenuto che la via messa in campo dal Marocco è una strada percorribile. Se diamo peso alle parole allora rivediamo i vari gemellaggi con il Polisario in nome anche di quella “Carta di Algeri” voluta dall’antifascista Lelio Basso che sanciva che ” Nessuno, per ragioni di identità nazionale o culturale, può essere oggetto di massacro, di tortura, persecuzione, deportazione, espulsione, o essere sottoposto a condizioni di vita tali da compromettere l’identità o l’integrità del popolo a cui appartiene”.
Marco Baratto