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Fonte:
www.pressenza.com

I molteplici, interessanti e documentati interventi che si sono succeduti nella giornata hanno ancora una volta messo in evidenza l’inutilità delle Grandi Opere, la loro insostenibilità economica, finanziaria ed ambientale e l’accumulo di follia ad esse sottese.
L’incontro pubblico è stata un’ulteriore occasione per fare il punto sui diritti della cittadinanza ad intervenire sulle proposte di costruzione di Grandi Opere, in particolare TAV e Ponte sullo stretto di Messina, e, soprattutto, ad accedere agli atti e ai documenti.
Proprio i dinieghi di accesso agli atti, nonostante la legislazione nazionale ed europea, sono un’emblematica fotografia dell’opacità, della mancanza di trasparenza e conseguentemente di democrazia. Varie richieste di sapere le date di apertura dei lavori, dei costi e della loro attualizzazione, quali imprese lavorano per i proponenti, il cronoprogramma e i lotti costruttivi sono tutte cadute nel vuoto, sia in Italia che in Europa, con le motivazioni più disparate.
Alcune:
- Segreto commerciale e finanziario per evitare il “pregiudizio concreto” che subirebbe Telt ove comunicasse tali informazioni essendo le stesse di carattere strategico
- Tutela della privacy delle imprese appaltatrici
- Pregiudizio concreto per ordine e sicurezza, se fosse conosciuto il cronoprogramma dei lotti costruttivi “la tutela dell’interesse pubblico in ordine alla sicurezza pubblica è a rischio, date le violente proteste che hanno accompagnato l’attuazione del progetto in passato e che hanno indotto le autorità italiane ad adottare misure volte a garantire la sicurezza dei cantieri”
- Società di diritto francese (TELT) che, oltre a dichiarare di non essere tenuta a consentire l’accesso agli atti, nega anche il ricorso a questa decisione sempre con la medesima motivazione (ma se è società di diritto francese, come può espropriare terreni in Italia, di cittadini e cittadine italiane???)
Viene quindi ribadito che l’accesso alle informazioni, il ricorso al FOIA e la capacità di leggere e interpretare i documenti sono strumenti fondamentali per la difesa dei diritti e la tutela dell’ambiente in un tempo di crisi climatica e il continuo diniego sia un “furto di democrazia”.
A questo, si aggiunge l’inosservanza di alcune norme previste dal Codice dell’Ambiente (D Lgs 152/2006*) che prevedono che i pareri dei vari soggetti che concorrono all’Autorizzazione Integrata Ambientale (Istituto Superiore di Sanità, ARPA, ASL…) siano tempestivamente pubblicati dall’autorità competente sul proprio sito internet istituzionale. Questo non avviene e nuovamente vengono a mancare gli elementi di conoscenza, trasparenza e democrazia, finalizzati a *proteggere la salute umana, contribuire con un miglior ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacità di riproduzione degli ecosistemi in quanto risorse essenziali per la vita.
Le grandi opere sono imposte, spesso inutili e dannose, con ricadute negative su ambiente, economia, salute. Deve essere anche considerato come l’opposizione alle G.O. abbia avuto una risposta repressiva, militarizzando i territori, inasprendo le pene e introducendo nuove ipotesi di reato per condannare ogni forma di dissenso, con impiego sproporzionato dei poteri legittimi della forza, anche nei confronti di forme di resistenza passiva.
In questo scenario, le grandi opere sono predeterminate al fallimento, sono tra le realizzazioni più complesse della “tecnica senza limiti invalicabili”, determinando crimini ecologici e la dominazione della tecnica sul diritto, sull’etica e sulla politica, negando con i fatti l’urgenza della conversione ecologica indispensabile per garantire il futuro all’umanità.
Una giornata, come si diceva all’inizio, ricca di interventi, competenze, studi e di riferimenti normativi nazionale ed europei: chi volesse ulteriori approfondimenti li può trovare al link https://www.presidioeuropa.net/blog/grandi-opere-storie-di-opacita-documentazione/ .
Segnalo in particolare https://www.presidioeuropa.net/blog/la-banalita-degli-atti-di-alcuni-servitori/
Andrea Zanzotto, il più grande poeta italiano vivente, ha lanciato il suo SOS per una natura che ogni giorno viene saccheggiata, stuprata, spremuta da una miriade di orrori ambientali a vantaggio di una speculazione edilizia dissennata in assoluto spregio dell’impatto ambientale. «Una volta avevo orrore dei campi di sterminio, oggi provo lo stesso orrore per lo sterminio dei campi». E, parafrasando Albert Einstein, ha aggiunto che soltanto due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e che non è ancora certissimo della prima. Si riferiva a una stupidità verace e cioè a quella che l’uomo, con il suo antropocentrismo, rivela quasi ogni giorno sfregiando una natura che, nonostante gli scempi, sopravvive.
Il convegno è stato organizzato da Pro Natura Piemonte, SdT (Società dei Territorialisti e delle Territorialiste), Controsservatorio Valsusa, PresidioEuropa No Tav, Comitato No Tav Avigliana, No Tunnel Tav Firenze.
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Fonte originale: https://www.pressenza.com/it/2025/10/grandi-opere-storie-di-opacita-convegno-del-18-ottobre-2025-organizzato-da-presidio-europa-ad-avigliana/
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